Bugiardino

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lunedì 3 dicembre 2012

Un triste lieto epilogo.

Ci sono canzoni che pur avendo un significato ben preciso per coloro che le scrivono, si prestano a chiavi di lettura soggettive, interpretate da coloro che le ascoltano.
In periodi come quello che stiamo vivendo, la mancanza di un barlume di luce, di una speranza, è la cosa che forse inconsciamente le persone sopportano di meno.
Ci sono quindi figure, scritti e canzoni appunto ai quali aggrapparsi cercando conforto.
E la seguente per mè è uno di quei appigli, mi piace vedere il terribile cavaliere morente descritto nel testo come il sistema che ci opprime, conscio del fatto che la sua egemonia è giunta al capolinea.
Forse è un modo un pò fiabesco e di "sinistra" di vedere le cose, ma il mio ragionamento non vuole essere quello del ventenne con la foto del Che in camera che ostenta il pugno chiuso, ho avuto anch'io i vent'anni, il mio modo di vederla è frutto di  un'analisi pacata, da padre di famiglia che ormai conosce le meccaniche del "mondo degli adulti", e desidererebbe vederle cambiare.


Cavalli corpi e lance rotte 

si tingono di rosso, 

lamenti di persone che muoiono da sole 

senza un Cristo che sia là. 
Pupille enormi volte al sole 

la polvere e la sete 

l'affanno della morte lo senti sempre addosso 

anche se non saprai perchè. 


Requiescant in pace. Requiescant in pace. 

Requiescant in pace. Requiescant in pace. 


Su cumuli di carni morte 

hai eretto la tua gloria 

ma il sangue che hai versato su te è ricaduto 
la tua guerra è finita 

vecchio soldato. 


Ora si è seduto il vento 

il tuo sguardo è rimasto appeso al cielo 
sugli occhi c'è il sole 

nel petto ti resta un pugnale 
e tu no, non scaglierai mai più 

la tua lancia per ferire l'orizzonte 
per spingerti al di là 

per scoprire ciò che solo Iddio sa 
ma di te resterà soltanto 

il dolore, il pianto che tu hai regalato 
per spingerti al di là 

per scoprire ciò che solo Iddio sa. 


Per spingerti al di là, 

per scoprire ciò che solo Iddio sa..



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