Bugiardino

Leggere attentamente le istruzioni prima di consumare il prodotto.
Non si accettano reclami su casi di indotta diarrea, dolori addominali e affini.
Sconsigliato a soggetti di esile composizione tantrica e rompicoglioni vari.
Tutti gli scritti appartengono al sottoscritto, il quale si prende carico di eventuali ripercussioni.




lunedì 21 gennaio 2013

Puntatrice fai da te - Diy spot welder

Ormai lo sò,
il mio cervello ciclicamente cade in uno stato acuto di astinenza da minchiata, e così in men che non si dica mi imbatto in pseudo progetti partoriti prendendo spunto da qualcosa di visto in giro oppure a zonzo per la rete.
Il progetto in questione, segnalatomi dal buon Patacca, permette di costruirsi una saldatrice a punti, come quelle utilizzate sulle carrozzerie delle auto per intenderci, partendo da un vecchio forno a microonde fuori uso.
Estirpiamo dall'elettrodomestico il trasformatore di corrente,  facciamo delle spire con un grosso cavo di rame sostituendo il ramo secondario preventivamente eliminato, ed aggiungiamo due bei puntali in rame:  puntatrice fatta e finita.
Comunque sia, troverete in rete molti tutorial su come procedere, ocio però, sono giochi PERICOLOSI.
Ora voi direte: 'zzo te ne fai di una puntatrice ?
Sinceramente non lo sò neanche io, ma il fatto di averla disponibile in officina mi rende frizzante.



Pelliccia's Corner : la mia vita è una playlist

Signore e signori, vecchi e bambini, è tornato il Pelliccia.

Le voci che lo volevano rinchiuso in un monastero confuciano nel cuore della catena Himalayana, intento a smaltire dal corpo e dallo spirito il surplus subculturale assimilato durante l'ultimo anno si sono rivelate infondate.
La prima annuale della rubrichetta parte con uno sprint degno del miglior Mennea, uno scritto che trasuda  voglia di condividere emozioni e sensazioni  palpabili e (forse) condivisibili attraverso il canale che il buon P. meglio conosce: le sette note.

Gentleman, start your engines.

P.s. Quando passo a prendermi il disco di Giovanni Bongiovanni ?



La mia vita è una playlist

Bene, dopo la pausa di fine 2012 inizio 2013 ritorno a sporcare di inchiostro virtuale i vostri schermi…
Questa settimana, voglio parlare di un gruppo che mi ha colpito come una pietra in fronte durante un tafferuglio in piazza…a partire dal nome, The Soundtrack Of Our Lives. Vale a dire, “La colonna sonora delle nostre vite”, una dichiarazione d’intenti e insieme una confessione spudorata di musicodipendenza…e come può il sottoscritto, la cui vita è una playlist in continuo cambiamento, il cui cuore batte probabilmente in 5/8, che da bambino ha probabilmente ricevuto le sue vaccinazioni da una puntina di giradischi (chi individua la citazione vince il disco in questione) non innamorarsi perdutamente di un gruppo che ha scelto questa azzeccatissima ragione sociale?
Bene, i TSOOL (abbreviati ricordano tanto quella meraviglia di gruppo punk dei TSOL) nascono in Svezia, il nuovo Eldorado del rock’n’roll, nel 1995, e si fanno subito notare per la loro esplosiva miscela di reminiscenze sixties, suggestioni psichedeliche e stilettate punk. Insomma, prendete un po’ di Rolling Stones, un pizzico di Kinks, una spolveratina di Who, dategli un po’ di sapore aggiungendo gli Stooges et voilà, eccoli serviti, un sacco di influenze declinate in maniera personale e convincente, un ideale trait d’union fra gli Hellacopters e gli Oasis (con cui andranno in tour nel 2002 negli Stati Uniti per pubblicizzare il loro terzo disco, e scommetto che li hanno asfaltati come una stradina di campagna).
Sulla carta il piatto è saporito…ma la prova palato? “Origin vol. 1”, uscito nel 2004 e schizzato al primo posto delle classifiche svedesi, tanto da aggiudicarsi un disco d’oro, roba impensabile qui da noi…il disco parte con “Believe I’ve Found”, una fantastica galoppata fricchetton/psichedelica con tanto di iniziali riverberi pinkfloydiani, e si snoda attraverso l’incedere muscolare di “Bigtime” (forse il pezzo più vicino alle intenzioni dei succitati conterranei Hellacopters), il riff rubato alla penna di Richards e Jagger di “Mother One Track Mind”, una beatlesiana “Midnight Children” che vede ospite nientepopodimenoche Jane Birkin, fino alla conclusiva, orientaleggiante, bellissima “Age Of No Reply”, quasi sette minuti in cui i TSOOL riescono mirabilmente a condensare la loro britishness e a renderla sincera e non derivativa, vibrante e non banale. E arrivati alla fine del disco, si ha subito voglia di rimetterlo daccapo.
Insomma, se la musica è davvero la colonna sonora della vostra vita, questa roba fa assolutamente al caso vostro.


domenica 13 gennaio 2013

Menti libere

Colui che puo' essere definito un eroe del nostro tempo, e come ci ha reso piu' liberi.

Grazie Aaron



martedì 8 gennaio 2013

Forse il Rock'n roll sopravviverà

Una distesa di macerie informi ammassate, un cielo cupo e senza luce ed i resti di quella che e' stata la civiltà umana.
In un angolo di tale scenario post atomico si leva una musica, rabbiosa.
Sarà forse così che il rock and roll sopravviverà anche a noi stessi ?