Bugiardino

Leggere attentamente le istruzioni prima di consumare il prodotto.
Non si accettano reclami su casi di indotta diarrea, dolori addominali e affini.
Sconsigliato a soggetti di esile composizione tantrica e rompicoglioni vari.
Tutti gli scritti appartengono al sottoscritto, il quale si prende carico di eventuali ripercussioni.




sabato 11 giugno 2022

La rivincita del Boomer

Ebbene sì, siamo diventati dei Boomer, erroneamente a quanto pare, ma tant'è.

La definizione di "Baby Boomer", comprende le persone nate dal 1940 al 1963, mentre tutti i nati successivamente, fino al 1979, sono definiti generazione x.

Ora, tralasciando la mera catalogazione delle specie, i cosiddetti facenti parte della generazione Z, (bimbiminchia per noi quarantenni) ci addita impropriamente con l'epiteto di Boomer, dalla bambagia dei muri delle camerette adornate da led multicolori e sedie da gaming.

Le moltitudini di schermi e ring light hanno il potere di fare sentire il minchietta invincibile, padrone di un mondo che viaggia a ritmi velocissimi, nella convinzione che LUI solo sia in grado di dominare il suo tempo.

Ora, avrei un desiderio, una macchina del tempo, tipo la DeLorean.

Porterei il malcapitato bimbominchia indietro di tre decenni, chessò, nel 1992.

Lo porterei davanti ad una scuola, un parchetto, una panchina, un tipico ritrovo adolescenziale dei nostri tempi, e lo abbandonerei lì, fra motorini assordanti, tamarri da circo, sifoni e schiaffi del soldato, inerme, abbandonato al suo destino, senza la sua postazione ipertecnologica e la sua convinzione di avere una posizione dominante.

E mi godrei lo spettacolo, ahhh, se me lo godrei !

Ok boomer?



  

venerdì 10 aprile 2020

A volte ritornano

A due anni dall'ultimo post pubblicato sul blog, in un momento storico che definire "delicato" sarebbe riduttivo, mi ritrovo ad aprire questa pagina...
to be continued

domenica 1 aprile 2018

L'età dell'oro del Nerdismo : Ready Player One

Stasera io e mio figlio Francesco, nove anni da compiere, decidiamo di andare al cinema a vedere Ready Player One.
Premetto che non ho letto il romanzo del quale il film è la trasposizione cinematografica, quindi probabilmente il mio pensiero potrebbe essere differente a riguardo, ma tant'è.
Come anticipo nel titolo del post, il film in questione arriva in un momento in cui la cultura, o meglio sub-cultura pop è diventata un fenomeno ampiamente presente nella quotidianità di un sempre maggior numero di persone, soprattutto di giovane età.
Ormai essere un pò nerd non è piu' considerato un lato oscuro da reprimere, ma bensì uno strizzare l'occhio ad una moda che fà giocoforza sui sentimenti di una generazione di nostalgici accaniti, che hanno vissuto in prima persona lo splendore degli albori dell'era informatica.
Non ho mai nascosto il mio lato nerd, neanche in tempi non sospetti, quando la gente sorrideva sapendo che un commodore 64 capeggiava (e capeggia tuttora) nel mio arsenale audio video, e come lui la mia modesta (non per mia moglie) collezione di retrocomputer e ammenicoli affini,
Atari 800xl, vcs 2600, 5200 e 7800, Amstrad cpc, Spectrum, Msx, Amiga (compreso CD 32!!) per poi passare a varie consoles e macchine da gioco piu' recenti, compreso un cabinato da bar ed uno miniaturizzato.
Inutile dire che per Francesco tutto ciò sia una manna dal cielo.
Ma torniamo al punto, si parlava del Film:
Spettacolare, Spielberg è sempre una garanzia. La storia scorre via liscia condita come ovviamente ci si aspetterebbe da meravigliosi effetti visivi e scene d'azione fremente, le citazioni sul mondo videoludico e sulle decadi 70\80 sono pressochè impossibili da contare.
Tuttavia una volta uscito dal cinema non nascondo che un retrogusto amaro emerge nonostante quanto sopra.
Non saprei definire bene la cosa, ma probabilmente cio' è dovuto dall'innegabile strumentalizzazione della sfera emotiva di persone che come me, di quel lato nostalgico hanno fatto una parte imprescindibile della loro vita, e non per una moda, ma perchè forse, ogni tanto, ha un fottuto bisogno di ritornare a sentirsi un pò bambino. Sono un nerd ? Sì, sono un Nerd.

mercoledì 14 giugno 2017

La libertà nell'era digitale : Nato Straniero

Chi si sente libero alzi la mano.

Libero nel senso piu' ampio del termine intendo, libero da obblighi, ansie, frustrazioni, e perchè no, se possibile da responsabilità che ci attanagliano non permettendoci di vivere serenamente.

Ovviamente il concetto di libertà è un qualcosa di astratto e molto soggettivo se applicato all'essere umano, ed in quanto tale, puo' svilupparsi nelle piu' disparate forme a seconda dei casi, per materializzarlo lo si potrebbe definire un pensiero, anche se come dice una vecchia canzone "il pensiero non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare"*.

Ci sono persone che questa libertà la hanno trovata, o perlomeno, la accarezzano molto sovente, e Lorenzo è una di quelle.

Mi sono imbattuto casualmente sul suo canale Youtube in una delle mie solite scorribande notturne, e da quando lo ho scoperto non riesco a fare a meno di seguirlo.

Un ragazzo che insieme ai sue due bassotti a bordo del suo vecchio camper gira allegramente per mezza Europa senza una meta ben definita, con pochi mezzi e beni materiali ed il sorriso sempre stampato sul faccione.

Guardare la sua soddisfazione per i piccoli traguardi che raggiunge quotidianamente oppure vederlo godersi completamente le gioie quotidiane che la vita gli offre sono cose che mi rimettono in pace con me stesso, probabilmente perchè il mio ideale di libertà è molto molto simile allo stile di vita che Lorenzo, aka Nato Straniero conduce.  Alla fine del discorso tutti abbiamo bisogno dei nostri eroi, e non vi nego che questo ragazzo a suo modo per me lo è eccome.


Se vi ho incuriosito e volete andare a sbirciare cercate sul tubo il suo canale "Nato Straniero", non ve ne pentirete.


Bella Fratè.


















*Com'è profondo Il Mare Lucio Dalla 1977

giovedì 2 marzo 2017

Annego nella musica liquida (o meglio annegavo) Nas+Volumio

Oh, e ditelo dai, chi è che ormai compra piu' quei cosini tondi con le piu' disparate copertine colorate? Dai, quei così là che li infili in quel coso e magicamente parte la musica...i ciddì !

Feticisti a parte, con un mercato che rispolvera la dimenticata moda del vinile perchè fà audiofigo, chi se li incula piu' i cd, ed intendo AUDIO cd, non la compliation strazzeppa di pezzi in mp3 che spaziano dai Led Zeppelin per arrivare a Mimmo Locasciulli.

Ormai l'avvento dll'hd anche in campo audio ci permette di andare ben oltre i 16 bit e 44khz del caro vecchio compact e quindi vai di vagonate di musica liquida a popolare i nostri hard disk, che poi se ti vien voglia di sentire quel pezzo, dove minchia l'avevo salvato? Era nella chiavetta, nell'hd o nella sd? Io da un pò di tempo ho trovato la panacea a tutti i mali, un bel Nas da 2 tera dove ho riversato i miei oltre 600gb, sì 600, non 60, di musica, prevalentemente in formati loseless.

Ho poi scoperto Volumio, un player di rete su hardware Raspberry al quale mi collego via lan su telefono o pc, seleziono il brano e mi metto comodo, fidatevi, è piu' facile a farsi che a dirsi.

Inutile dire che la qualità è eccelsa, sia chiaro.

Se servono delucidazioni fate un fischio.

Bau.

sabato 13 agosto 2016

Come ti scompongo il Rock.

Tre accordi. Sicurezza in se stessi, tanta. E tanta spavalderia.

Francis Rossi e Rick Parfitt sono un lampante esempio di cosa voglia dire essere Rock'n roll.

E dite il contrario.

Amen.












lunedì 25 aprile 2016

Recensioni semiserie : Il Cala I diari della varicella

Nel massimo rispetto dell'etica "kilometro zero", stasera ci si trova a recensire la seconda fatica di un'autore delle nostre parti.
Il logorroico (come ama definirsi) Cala, se ne esce in sordina con un libricino in pieno stile Mein Kampf, dove il male da combattere si manifesta sotto forma di pustoline rosse.
La sfacciata ironia con la quale il nostro condisce la quotidianità di una famiglia con prole, si materializza in un racconto scorrevole, a tratti esilarante, dove colpi di genio come il concerto di Massimo Priviero meriterebbero un Pulitzer ad Honorem.
Uno scenario surreale, degno del miglior Kafka in preda ai fumi dell'assenzio, e poi quello stile, se possibile ancora piu' irriverente che in "Scusa Ameri", del quale la terminologia diventa verbo fluente per il lettore anche non volendolo.

Piu' Cala per tutti.